C’è un territorio antico, a metà strada tra Benevento ed Avellino. Un territorio dove i padri sono cresciuti tra distese di vigneti ed i figli ne hanno amato ogni pianta come un bene prezioso da conoscere, curare, conservare.
Questa è Taurasi. A breve distanza da Napoli: un’oasi verde, un territorio incontaminato che, da un lato guarda al decantato Vesuvio e, dall’altro, è memore delle gesta degli antichi sanniti. La caratteristica cittadina di Taurasi è situata nell’entroterra campano, domina la Media Valle del Calore, è uno spaccato di Irpinia da sempre sinonimo di vino di ottima qualità. Il rosso che si coltiva tra queste colline, il vitigno Hellenico, poi Aglianico, rappresenta la punta di diamante delle produzioni enologiche campane e del Sud Italia. Ha origine, qui, il nobile Taurasi che proprio dalla cittadina prende il nome.
Considerato uno dei più grandi rossi dell’enologia italiana, esso, è stato il primo vino in Italia meridionale a fregiarsi della D.O.C.G. Il pregiato vitigno giunge in Campania ancor prima della fondazione di Roma e, proprio a Taurasi, grazie al perfetto equilibrio tra clima e terreno ed all’antica e sana civiltà contadina, inizia a diffondersi trasformando la cittadina nella prestigiosa culla del Bacco irpino, oggi sede dell’Enoteca Regionale.
Una culla fatta di colline ondulate, di filari di vitigni che si lasciano ammirare a perdita d’occhio, fino a disegnare i confini immaginari di un orizzonte che non pone limiti alla fantasia. In questi luoghi, dove il tempo scorre lentamente, il rapporto tra la natura e l’uomo è divenuto sempre più forte, autentico, indissolubile. Un rapporto che fa crescere giorno per giorno, tra le genti di questa terra, la passione per quel patrimonio vitivinicolo che ha reso Taurasi “la capitale ideale del vino campano”.