Foto di Paolo Venarucci
Anche e soprattutto nell’agricoltura italiana del terzo millennio
Dal dopoguerra a oggi l’agricoltura italiana (ed Europea) ha attraversato una fase di grande sviluppo e crescita che ha portato, oltre che a uno spettacolare aumento dell’efficienza produttiva, anche a un sensibile miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali.
Il processo evolutivo dell’Agricoltura italiana è avvenuto soprattutto grazie alla Politica agricola comune (Pac) dell’Unione Europea che, a partire dagli anni 60, ha creato un “ambiente protetto” all’interno del quale gli agricoltori europei prendevano le proprie decisioni produttive senza doversi preoccupare del più grande fattore limitante del settore primario: l’incertezza di prezzo. Tuttavia, negli ultimi venti anni, il sistema di misure di mercato e quello di aiuti accoppiati alle produzione che garantivano la stabilità del reddito degli imprenditori agricoli sono stati progressivamente smantellati. Il risultato principale è che oggi l’agricoltorura italiana (ed europea) si trova a competere in un contesto profondamente diverso rispetto a quello al quale è stata abituata per decenni, un contesto molto più difficile, che la espone – quasi senza protezioni – alle fluttuazioni dei prezzi sui mercati mondiali (a loro volta amplificate dall’aumento della domanda mondiale di cibo, dall’espansione del settore dei biocarburanti e dalle transazioni speculative sui mercati a termine) e alla concorrenza generata dalla globalizzazione. Una sfida molto difficile, ma che si può vincere partendo dalla qualità dei prodotti agroalimentari italiani e dalla consapevolezza che sarà necessario un radicale cambiamento di mentalità da parte di tutti gli attori delle filiere alimentari.
L’Agricoltura italiana ha dalla sua una gamma unica al mondo di prodotti agroalimentari di qualità, purtroppo non ancora adeguatamente valorizzata, a causa della forte conflittualità tra gli operatori e della ancora troppo bassa propensione all’export. Accordi di filiera, auspicati dalla nuova PAC, sono la base per una migliore distribuzione del valore aggiunto lungo la catena produttiva e un aumento del potere contrattuale di agricoltori e trasformatori nei confronti della grande distribuzione organizzata. L’aggregazione dell’offerta (tramite organizzazioni dei produttori), fortemente incentivata dai nuovi PSR, sarà fondamentale nel creare le premesse per un progressivo aumento della presenza di prodotti agroalimentari italiani sui mercati esteri, che in un momento di stagnazione dei consumi interni (per causa economiche e demografiche) rappresentano un’importante opportunità di crescita per le imprese italiane che operano in agricoltura.
I miei interventi su questo blog saranno finalizzati, da una parte, a raccontare (e possibilmente a spiegare) cosa succede a livello nazionale, europeo e mondiale sui mercati agricoli e sulle potenziali ripercussioni sull’agroalimentare italiano, cercando di proporre soluzioni pratiche e identificare linee di sviluppo per i vari comparti dell’agricoltura italiana. Nella speranza di riuscirci!