Agricoltura Sociale, quando l’agricoltura incontra l’innovazione sociale
L’agricoltura sociale trova oggi la sua normativa di riferimento. È stato approvato alla Camera il 15 luglio 2015 il testo unificato sull’agricoltura sociale, cui seguiranno leggi regionali di recepimento e/o integrazione. Il mondo agricolo può così contare su un quadro normativo nazionale di riferimento, più strutturato, comprensivo d’indirizzi chiari e di misure di sostegno utili allo sviluppo dell’agricoltura sociale, importante anche ai fini dei nuovi PSR. Il settore agricolo può così assumersi la propria responsabilità, nei confronti della comunità, di rilanciare il valore dei territori, data la posizione strategica per l’economia italiana, con oltre 200 milioni di euro di fatturato l’anno. L’impegno del Governo è di promuovere un welfare rurale più partecipativo, per far crescere sviluppo economico e coesione sociale.
Le principali novità della normativa sull’agricoltura sociale
Tutto parte dall’assunto che, per definire e sostenere il mondo dell’agricoltura sociale, sia necessario dare una sua univoca definizione. A questo ci pensa l’Art. 2 del Testo unico che definisce l’agricoltura sociale come l’insieme delle attività esercitate dagli imprenditori agricoli e dalle cooperative sociali, dirette a realizzare l’inserimento socio-lavorativo di persone disabili o svantaggiate, a fornire servizi che affiancano e supportano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative.
Al fine di armonizzare le esperienze, in alcuni casi molto difformi, condotte a livello regionale, questa legge individua una serie d’interventi di sostegno, sotto elencati, per le imprese agricole e le cooperative sociali il cui fatturato derivante da attività agricole sia prevalente:
- le attività da integrare in azienda, per operare in un contesto “sociale”, sono:
- inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità, persone svantaggiate e minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione sociale;
- accoglienza e soggiorno di bambini in età scolare (agroasilo o agronido);
- prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali attraverso l’uso di risorse materiali e immateriali dell’agricoltura;
- prestazioni e servizi terapeutici anche attraverso l’ausilio di animali e la coltivazione delle piante;
- iniziative di educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità animale, anche attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche;
- le Regioni, nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, possano promuovere specifici programmi per la multifunzionalità delle imprese agricole, con particolare riguardo alle pratiche di progettazione integrata territoriale e allo sviluppo dell’agricoltura sociale;
- le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche e ospedaliere possono inserire come criteri di priorità per l’assegnazione delle gare di fornitura la provenienza dei prodotti agroalimentari da operatori di agricoltura sociale;
- i Comuni prevedono specifiche misure di valorizzazione dei prodotti provenienti dall’agricoltura sociale nel commercio su aree pubbliche;
- gli enti pubblici territoriali prevedono criteri di priorità per favorire lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale nell’ambito delle procedure di alienazione e locazione dei terreni pubblici agricoli;
- gli enti pubblici territoriali possono dare in concessione, a titolo gratuito, anche agli operatori dell’agricoltura sociale i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata;
- è istituito l’Osservatorio sull’agricoltura sociale, nominato con decreto del Mipaaf; è chiamato a definire le linee guida in materia di agricoltura sociale e assume funzioni di monitoraggio, iniziativa finalizzata al coordinamento delle politiche rurali, e comunicazione.
Forum Nazionale Agricoltura Sociale
A sollecitare le istituzioni affinchè procedessero a definire un quadro normativo sull’Agricoltura Sociale è stato il Forum Nazionale Agricoltura Sociale, fin dalla sua nascita. Il FNAS è’ un’associazione, senza scopo di lucro, che promuove, a livello nazionale ed europeo, la formazione dei Forum Regionali per favorire la partecipazione territoriale, lo scambio di esperienze, la realizzazione di attività di formazione e informazione. In questi anni i Forum Regionali hanno giocato un ruolo chiave nella promozione del territorio attraverso lo scambio di esperienze e competenze legate all’agricoltura sociale e sostenibile, creando nuovi reti di relazioni e innovazioni sociali.
Così l’agricoltura sociale crea un nuovo universo collettivo, nel quale il lavoro si percepisce non solo come fonte di reddito individuale, ma anche come elemento fondante di una società più giusta, più coesa e sostenibile, e l’aiuto reciproco è alla base di ogni progetto.